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Il Sentimento della Natura
 
  Pescara, Museo d'Arte Moderna Vittoria Colonna      
7 luglio - 25 novembre, 2012 - Mostra
Attraverso oltre cento dipinti è ricomposto con chiarezza un mosaico di 
grande complessità, che rilancia alcune belle pagine della storia 
dell’arte italiana il cui interesse valica di gran lunga i confini 
regionali. Attingendo quasi esclusivamente al patrimonio dei piccoli e 
grandi musei dell’Abruzzo, è stato possibile far uscire allo scoperto 
opere importanti dei grandi protagonisti – Michetti, Patini, Celommi, i 
Palizzi -, in alcuni casi poco note perché in temporaneo deposito o 
collocate a decorazione degli uffici degli enti e quindi finora precluse
 alla fruizione. La mostra riscopre anche numerosi altri artisti 
abruzzesi - tra questi Vincenzo Gagliardi e Augusto De Arcangelis di 
Lanciano, Vincenzo Rosati di Civitella e soprattutto Paolo De Cecco, 
pescarese - , i quali sono stati celebrati solo occasionalmente come 
glorie locali e oggi risultano confinati ai margini persino rispetto a 
un ristrettissimo giro di appassionati d’Arte.
Il filo conduttore 
dell’intera esposizione è la costante dimensione che pare aleggiare 
nelle multiformi esperienze dei nostri pittori per oltre un secolo: 
l’aspirazione a superare le apparenze, attraverso l’attenta osservazione
 del mondo esterno, della Natura intesa come forza vitale e creatrice, 
indagata negli aspetti mutevoli del volgere delle ore nella stessa 
giornata, attraverso lo scorrere delle stagioni, oppure nell’intimità di
 uno spazio chiuso ma illuminato da un fascio di luce che sfiora persone
 e cose. 
Costante è l’attenzione alla terra natia e alle sue 
tradizioni, elementi che, per i principali maestri ‘emigrati’ a caccia 
di consensi e di successi sulla scena artistica napoletana o parigina, 
spesso divengono un inesauribile serbatoio nel suggerire temi nuovi e 
attraenti.
Una particolare attenzione è stata dedicata al rapporto 
tra gli artisti e il clima contemporaneo, fecondo d’idee liberali e 
progressiste. Peraltro il fondamentale precetto che “bisognava copiare 
tutto dal vero e osservare le tonalità nel chiaroscuro e nel colore”6, 
rappresenta molto più che un insegnamento per la pittura, in quanto il 
vero invito era quello di sgomberare la mente da idee preconcette. In 
questa fucina di esperienze era propugnata quindi quell’idea di unità, 
quella valutazione dell’opera d’arte in base ad un concetto d’insieme, 
che appare addirittura anticipatrice delle più note e fortunate 
formulazioni teoriche di Vittorio Imbriani sulla “macchia”, le quali 
ebbero immediata fortuna a Firenze.
Mostra promossa da Comune di 
Pescara, Fondazione Paparella Treccia, Soprintendenza BSAE dell’Abruzzo e
 Fondazione Pescarabruzzo, a cura di Lucia Arbace 
Catalogo: Ianieri Edizioni / Fondazione Pescarabruzzo, a cura di Lucia Arbace