"Lu
done" - 8 Settembre 2012
Lanciano - CHIETI
Da
tutte le contrade l’8 settembre arrivano compagnie di contadine con in
testa le caratteristiche conche abruzzesi ricolme di grano e di primizie
dei campi per farne dono alla protettrice della città, la Madonna del
Ponte. Ogni compagnia è preceduta dal capo contrada, e i contadini
sfilano lungo il corso Trento e Trieste cantando inni religiosi, fino
alla piazza principale del Plebiscito. L’origine di questa festa
religiosa, così intimamente legata al patrimonio tradizionale della
popolazione rurale di Lanciano, è assai antica e si ricollega ai riti
pagani che i romani celebravano al ritorno della stagione
autunnale in onore delle divinità campestri. "Lu
done" (o il Dono) è uno dei momenti più interessanti e folcloristici
delle feste in onore di Maria Santissima del Ponte.
Il rito si svolge
l’8 settembre (festa della Natività di Maria) con un lungo corteo di
donne e carretti recanti l’offerta dei contadini delle varie contrade di
Lanciano alle feste in onore della Madonna. Le donne, vestite con gli
abiti tradizionali, sfilano per il Corso portando sul capo le
caratteristiche conche in rame (con cui si faceva in passato la
provvista dell’acqua dalle fontane), addobbate con fiorì e festoni di
carta, ripiene di grano o granone; gli uomini a piedi o su carretti,
recano prodotti agricoli o vivande tipiche della cucina lancianese
(anch’essi addobbati con fiori e festoni), che poi si venderanno all’asta nella pubblica piazza, per destinarne il ricavato
alle feste. Il tutto tra suoni di fisarmoniche e canti tradizionali.
Recentemente si sono intercalate nel corteo rappresentazioni di scene di
vita campestre e, in luogo dei carretti trainati da animali, rimorchi e
trattori agricoli. Sembra che la tradizione abbia avuto inizio con la
raccolta di donativi che si fecero tra tutta la popolazione lancianese
per le feste dell’incoronazione della statua della Vergine del Ponte e
del Bambino, nel settembre del 1833, allorquando il comitato dei
festeggiamenti organizzò la sfilata di rappresentanti delle varie classi
sociali della città, che recavano in mano o su cuscini donativi in
denaro, preziosi o oggetti di altro genere da vendere all’asta per
destinarne il ricavato ai festeggiamenti; in quell’occasione anche i
contadini portavano i loro prodotti.