Santa Maria Arabona, l’emozione del gotico


Per una gita economica (spesa di 20 euro escluso il viaggio e la guida) visitiamo la contrada di Santa Maria Arabona in Manoppello, un pianoro che declina dolcemente verso la valle del Pescara. Tra querce, vigne, oliveti e orti, case sparse, ristoranti e qualche villa ottocentesca, ci sono monumenti affascinanti e misteri ancora irrisolti, vecchi di millenni. Un'abbazia gotica, una fonte nascosta nella campagna carica di simboli esoterici, una villa rustica di epoca romana con mosaici e affreschi floreali. A ferragosto, consumistico rituale di fuga dalle città arroventate, qui si celebra la salita al cielo del corpo della Santa Vergine, la festa dell'Assunta nell’abbazia di Santa Maria Arabona.
Una sorgente perenne sgorga dalla base del terrapieno su cui è costruito il complesso e forse nasconde gli avanzi del tempio pagano dedicato alla dea Bona.Dea madre, della fecondità e curatrice che abitava la Terra ed era simbolizzata del serpente che rappresenta le forze della Natura, tra cui il terremoto. Infatti, il tempio fu distrutto dalle scosse del II secolo dopo Cristo. Gli abitanti narrano di un terremoto che rovesciò anche l'abbazia, ma non sappiamo se questo sia un ricordo del terremoto del 1456 o del 1706.
All'inizio del 1200 si iniziò a costruire l'abside e il transetto ma la navata non fu mai completata, per cui la pianta è una croce latina di 28 metri, orientata con l'abside verso la direzione in cui sorge il sole all'equinozio con uno scarto di 5°. La bellezza degli ambienti è riposta nello slancio del gotico francese e nella luce che la invade dall'alba al tramonto. Alla base dei pilastri a fascio di colonne si vedono i monogrammi ricordo lasciati 800 anni fa dalle maestranze. Ogni capitello mostra preziosi motivi decorativi. L'arca e il candelabro in pietra sono due piccoli tesori; sulla parete dell'abside c'è una Vergine in trono con Bambino che tiene teneramente tra le mani un cagnolino bianco. Prospiciente al convento che è diventato poi palazzo Zambra, c'è un bel giardino con fontana di ninfee. Nella bella e suggestiva sala Capitolare si trova una popolare statua di San Rocco che viene portata in processione il 16 agosto. Ma molto altro c'è da vedere. La magia di questi luoghi è testimoniata dai segreti della Fonte degli Svergognati. La fonte, costituita da un corpo avanzato per l'emungimento e due vasche laterali rientrate per il lavaggio, è sormontata da una lapide triangolare. Nel 1827 "F.S. dedica ai figli" scrivendo in uno strano latino il cui significato letterale è molto dubbio. Inoltre mostra cancellature e una parola che non è mai stata incisa ma solo graffita. Sembra contenere un'esortazione contro la maldicenza e l'inganno. Segue una dedica della fonte alla moglie con auspicio di fedeltà e di amore. Se la traduzione fosse giusta bisogna capire il fatto, bizzarro e inusuale, che l'acqua fuoriesce dagli orifizi genitali e anali di due statue, una probabilmente maschile e l'altra femminile. Entrambe indossano un berretto frigio, il copricapo degli schiavi liberati, per cui assunse il valore simbolico di libertà (o di facilità di costumi?). Tra le due statue una terza figura femminile con acqua sgorgante dalla bocca che forse rappresenta purezza di parola. Si tratta di un monumento simbolico alchemico-massonico o il sarcastico monito di un marito tradito? O una più antica reminescenza di un culto di fertilità legata alle acque? A voi la parola.
La vicina Villa Romana si può visitare dall'interno ammirandone la zona termale. Il resto è ancora sotto l'uliveto. Sul posto ci sono buone didascalie e un percorso attrezzato. Unico punto negativo è che la villa è aperta solo nei giorni festivi. Forse "compensando" il disturbo è possibile vederla anche negli altri giorni, ma sarebbe meglio dotare lo scavo di un ingresso indipendente. Gran parte del patrimonio archeologico della contrada andrebbe studiato e gli archeofili possono contattare l'archeoclub di Sulmona o di Cepagatti per qualche approfondimento. Proseguendo lungo la strada principale, attraverso un percorso bordato da querce, si sfiora Casino Marinelli e Casino Coccione e si passa per una zona dove sono emersi i resti di una necropoli. Questo è il paesaggio che ha reso la Piana di Santa Maria Arabona degna di essere parte di un cammino spirituale d'Europa, quello dell'Apostolo Tommaso. Infine si giunge all'estremità più alta del pianoro dove c'è l'Olivone. Tra i suoi possenti rami e al fresco della sua chioma si usava schiacciare un pisolino nei giorni di calura estiva e forse si può ancora. Svoltando a destra si arriva a "Casino Centurione". Il nome, e i reperti affioranti, suggeriscono che qui esistesse una centuriazione romana, antico sistema utilizzato per suddividere in 100 parcelle un appezzamento quando veniva fondata una nuova città. Ci sia o no una città sepolta da scoprire, qui troverete un punto panoramico mozzafiato: maestoso il versante della montagna sacra alla dea Maja, la madre Majella, con incastonati nel verde il centro storico di Manoppello e il santuario del Volto Santo. Merita una foto all'alba o al tramonto in tutti i periodi dell'anno.
di Francesco M. Stoppa* 
 
* Professore ordinario e direttore del Centro di Antropologia Territoriale dell’Università Gabriele D’Annunzio

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link di riferimento: http://ilcentro.gelocal.it/regione/2012/09/08/news/santa-maria-arabona-l-emozione-del-gotico-1.5664858 

Articolo segnalato da : Gianluca Esposito - socio Archeoclub di Cepagatti